L'errore di fondo dei credenti è presto detto: non può esistere alcun dio. Tutto, noi compresi, è frutto di casualità, di adattamento, di storia della Natura. Capisco l'interrogarsi sul "perché" asistiamo. Ma questa domanda non è altro che il risultato di uno scarso studio delle scienza e di una immorale superficialità del Pensiero. Io non sono solo laico, non sono agnostico, non sono neppure dubbioso. Io sono ATEO E RAZIONALE

venerdì 6 giugno 2008

LAICITA' CHE NON C'E'

Vorrei chiedere a primi ministri e a semplici parlamentari perché mai ancora si discute di Stato laico. Mi sembra un argomento superato, perfino noioso, dal momento che in Italia la laicità non c'è e a Roma nessuno la vuole. Il dibattito politico e culturale si avvolge sempre più su se stesso, e da anni ormai ci si è allontanati dai concreti problemi che pone lo Stato teocratico che stanno edificando: dall'aborto alla bioetica, dalle coppie di fatto alla cremazione, dall'8x1000 al cattolicesimo a scuola, dai crocifissi dappertutto al ruolo politico del Vaticano. Nessuno di questi temi è più toccato nei fatti, quando va di lusso diventano titoli di libri; mentre ognuno si esercita nella impossibile alchimia di "difendere la laicità" continuando ad essere papista. Il colore del governo non implica più la minima variazione di "distanza" da piazza san Pietro: se oggi il Vaticano è incoraggiato dal governo di centrodestra a esprimere "ricchezza", ieri quello di centrosinistra invitava commosso il papa a sedere fra i suoi scranni. E ieri a Ruini, oggi a Bagnasco, un pulpito più risonante di quello di una chiesa non si nega, anzi ossequiosamente si amplia. Non ci sono più i comunisti mangiapreti di una volta, ma neppure c'è più la Chiesa modigerata che perseguiva il talento di affacciarsi solo mezz'ora a settimana a rimbrottare gli italiani, senza spaziare quotidianamente e alla grande su tutti i temi civili e politici che le pare. Vorrei quindi evitare al politico di turno l'imbarazzo di frenare la voglia di gridare in pubblico la propria ardente passione per il clero. Che ognuno dei nostri serafici rappresentanti possa finalmente dichiarare formalmente morta la laicità, anche quella finta e untuosa che ci dispensano. Abbiano soltanto la cortesia civile di evitarci ignobili, ipocriti e kafkiani riferimenti a ciò che non c'è. Grazie.
(lettera inviata a la Repubblica, 6/6/08)

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